lunedì 5 giugno 2006

Osservazioni al progetto di nuovo P.R.G. – Centro urbano

All’Ill.mo Signor Sindaco
Comune di Acquedolci (ME)
dott. Salvatore Oriti

Oggetto: Revisione del Piano Regolatore Generale.
Osservazioni al progetto depositato – Centro Urbano.
Il Movimento Rinnovamento e Partecipazione con la presente osservazione desidera formulare alcune considerazioni su aspetti specifici del P.R.G. in via di approvazione.
Il Pianificatore nella Relazione Generale (cfr. pag. 17) a proposito degli Obiettivi di qualità afferma: “Il P.R.G. pone programmaticamente la questione della qualità. Questo non vuole significare che un piano potrebbe non porsi questo problema, ma piuttosto che, nel caso specifico ci sia qualche ritardo da recuperare, qualche azione specifica da attivare, qualche decisione da prendere in modo puntuale”.
Più avanti (cfr. pag. 21) continua: “La consistenza delle attrezzature urbane è inadeguata alle esigenze ed ai fabbisogni della comunità. Le carenze più rilevanti, allo stato attuale, riguardano le attrezzature di carattere sociale e, cioè quelle scolastiche, culturali e di svago. La carenza non è solo quantitativa, ma è anche qualitativa; infatti quasi tutti i servizi sociali primari, eccetto la Scuola Elementare, la Scuola Media, il Palazzo Municipale, la Scuola Materna, risultano non adeguati alle attuali normative di sicurezza e, quindi, non perfettamente idonei. Mancano, inoltre, quasi del tutto, le attrezzature a carattere ricettivo, quali alberghi, pensioni, ecc.”.
Con queste premesse era lecito attendersi un progetto molto più attento agli interventipuntuali nel centro urbano, che, con proposte di intervento minuziose e tavole opportune, redatte in scala adeguata, cercasse di rispondere alle necessità e ai propositi evidenziati dallo stesso Pianificatore.
Di contro, invece, la cartografia a corredo del P.R.G. è inadeguata, perché in una scala che non permette neanche di valutare le emergenze del centro urbano, e incompleta, perché si limita a rappresentare la porzione di territorio compresa tra la costa e il nastro autostradale, escludendo da ogni considerazione e attenzione la restante parte del territorio comunale, peraltro esiguo, data la sua scarsa estensione.
Riguardo il centro urbano, il P.R.G., limitandosi a riconfermare la delimitazione esistente, ha operato probabilmente la decisione giusta; non si comprende tuttavia come mai il livello di proposta progettuale non si sia spinto nel dettaglio alla ridefinizione e riqualificazione, a scala opportuna, del tessuto urbano esistente.
È indubbio, infatti, che intere zone del centro abitato (soprattutto quelle poste ad ovest) lasciate per troppi anni prive di opere di urbanizzazione, meritassero un livello di definizione da piano particolareggiato esecutivo.
In particolare, per esempio, poteva essere proposto un intervento di riqualificazione delle vie Miramare e Lungomare con il relativo fronte di edifici e spazi pubblici.
Inoltre, non è troppo generico destinare alcune aree a fini istituzionali? Non sarebbe stato opportuno specificare nel dettaglio gli interventi istituzionali necessari, eliminando da tale categoria tutti i relitti non utilizzabili in tal senso?
Il Pianificatore si limita ad elencare i servizi e gli impianti presenti nel centro urbano senza alcun tipo di considerazione e studio, tra l’altro in maniera a volte grottesca. Così si elencano i Carabinieri senza parlare della mancanza di un edificio adeguato o prescelto ad ospitarne la Stazione; si parla di “Ufficio di collocamento” per designare un edificio, di piccole dimensioni chiuso da anni e recentemente ristrutturato, che sembra essere stato destinato ad ospitare, in maniera inadeguata, la biblioteca comunale; sempre a proposito di “Vita associata a tempo libero” si citano Circoli e sale giochi che niente hanno a che fare con l’organizzazione e le strutture comunali (perché allora non citare la Pro Loco e altre associazioni?!); le uniche attrezzature ricettive citate sono un albergo, che forse non esiste più, e i due Istituti Religiosi che operano per tutti altri scopi, dimenticando realtà esistenti ormai da anni o in fase di realizzazione.
Riguardo le aree da destinare agli spazi pubblici, alle attività collettive, al verde ed ai parcheggi il Pianificatore riporta scialbamente i parametri indicati dalle direttive del Consiglio Comunale; per le aree destinate all’istruzione si precisa che “le strutture scolastiche esistenti aventi superficie inferiore ai minimi stabiliti, sono in grado di soddisfare il rapporto tra la popolazione scolastica e le aule disponibili” e si individuano due nuove aree per asili nido, il primo opportunamente in zona “C2/A”, in c.da Barranca, il secondo in zona “F1/A” in c.da Nicetta (F1/As), che forse doveva essere individuato più vicino alla zona C3 di c.da Oliveto.
Senza considerare la distribuzione nel territorio e la destinazione delle stesse, riguardo le aree per le attrezzature di interesse comune, si sottolinea che: “Le aree esistenti nel vigente P.R.G., soddisfano ampiamente il parametro sopra stabilito e pertanto non risulta necessario reperire ulteriori aree da destinare ad interesse comune” e riguardo le aree per spazi verdi attrezzati e parchi e per attrezzature sportive che: “Le aree esistenti nel vigente P.R.G. unitamente agli spazi ceduti dai vari piani di lottizzazione già insediati, soddisfano ampiamente il parametro sopra stabilito e pertanto non risulta necessario reperire ulteriori aree” (cfr. pag. 77).
Il Pianificatore considera aree verdi anche i campi incolti e gli spazi destinati dalle lottizzazioni, che non sono spazi attrezzati ma aree non edificate.
Gli impianti sportivi sono fatiscenti e l’unico parametro garantito, quello dell’estensione, è raggiunto computando strutture comunali mai utilizzate e addirittura private.
Anche per le aree destinate a parcheggio, pur prevedendo l’incremento delle strutture esistenti, il Pianificatore non spende una parola sulla localizzazione e la puntuale consistenza delle stesse in riferimento alla domanda e non alla disponibilità sul territorio.
Riteniamo che il P.R.G. non risponda alle esigenze della comunità in termini di previsione di edifici pubblici (uffici decentrati, servizi efficienti), impianti sportivi, aree verdi e viabilità.
Poiché il Comune di Acquedolci possiede, senza farne alcun uso, una porzione di territorio incolto, vasto e centrale rispetto al centro urbano, identificato come “Parco Nicetta” e conteggiato in più parti, ora come area verde ora come spazio a fini istituzionali, e comunque individuato come zona F1 per interventi di pubblica utilità, il Movimento Rinnovamento e Partecipazione propone di:
-    sciogliere tutti i contratti di locazione in atto
-     far ricadere in zona F1 le aree a monte e prospicienti alla via Circonvallazione, dal parco ad est dell’ex Asilo infantile fino all’edificio denominato “Ufficio di collocamento” e oltre, erroneamente incluse in zona B1; l’area così retrocessa potrebbe, dal punto di vista dell’estensione, costituire il surplus che permettere di sanare i relitti residui di zone destinate ai fini istituzionali ex legge 615
-    prevedere la costruzione di un secondo corpo adiacente al plesso nuovo delle scuole medie (come da progetto iniziale)
-    vincolare in maniera opportuna l’edificio storico “ex Asilo infantile” (opera dell’arch. Caronia Roberti) e destinarlo a Biblioteca Comunale, sala multimediale, sala conferenze e archivio comunale
-     non prevedere edifici scolastici nella zona F1/As perché vicini a quelli esistenti ma non attigui e quindi poco funzionali e mal localizzati
-   realizzare impianti sportivi nell’area F1A come piscina coperta e nuovo stadio comunale, che attualmente è regolamentare per categorie inferiori e occupa un’area che potrebbe essere destinata a grandi eventi
-    adeguare la zona attigua al capannone comunale ai fini di protezione civile e area per ospitare laboratori artigianali in preparazione del carnevale
-    destinare la zona restante a parco giochi, parcheggi e piccolo orto botanico a scopo didattico a disposizione della scuola.
Riguardo ai vincoli le Norme di attuazione del P.R.G. riportano (cfr. pag. 36): “a) È obbligatorio per il Palazzo Cupani l’intervento di risanamento e restauro conservativo per il suo valore di testimonianza storica della struttura insediativa preesistente all’abitato sorto nel XX secolo. La zona di Vincolo è quella riportata nelle previsioni di piano con il simbolo “A””.
Sarebbe stato opportuno includere nell’area di interesse storico vincolata le pertinenze esterne (come il Fondaco ad est) e specificare che le abitazioni interne al manufatto sono da includere quanto prima nel recupero dell’area.
Il vincolo storico “VS” previsto dal Pianificatore è discutibile ma certamente non garantisce in alcun modo la salvaguardia degli edifici antichi con particolare attenzione ai portali ed agli altri elementi architettonici che l’incuria e la poca sensibilità hanno portato all’abbandono e all’oblio, cancellando importanti tracce storiche del nostro centro.
L’intero nucleo abitativo storico, il borgo della “Marina vecchia o delle acque dolci”, andrebbe a nostro avviso tutelato e salvaguardato, per quel poco che rimane. Le aree interessate da apposito vincolo dovrebbero, secondo noi, essere:
-       l’area attualmente indicata con “VS” ad est del castello, compresi l’intero corpo dell’antico “fondaco” e la zona limitrofa posta a sud della via Gen. Di Giorgio (SS 113)
-       i due fronti stradali sulla SS 113 dall’area precedente fino alla Chiesa di S. Giacomo, lato nord, e il castello Di Giorgio col parco circostante a sud.
Allo stesso modo ci saremmo aspettati un’accurata analisi degli edifici esistenti nel centro abitato, con particolare attenzione a quelli degli anni venti, e a quelli presenti nel resto del territorio (borgo Tudisca, villa Nicetta, mulini…): non se ne fa neanche menzione.
La Grotta di San Teodoro aspetta da anni di poter essere visitata da parte sia dei turisti che dagli stessi abitanti di Acquedolci per divenire, così, centro di attrazione e una vera risorsa per lo sviluppo economico; sappiamo che già sono in atto dei progetti di messa in sicurezza e sistemazione di tutta l’area circostante, ma riteniamo che i vincoli previsti siano restrittivi, inutilmente dettagliati e non consoni alla reale consistenza edificatoria della zona.
Leggiamo finalmente (ma ci rammarichiamo per il ritardo) la tanto auspicata, da parte nostra, disposizione riguardo pizzo Castellaro (cfr. pag. 36 Norme di attuazione): “in contrada Favara, l’area non espropriata, né sottoposta a vincolo, ai sensi del D.L. 490/99, intorno alla Grotta San Teodoro, a partire dall’autostrada e fino al confine con il territorio del Comune di San Fratello, come è delimitata ed evidenziata a tratteggio nella cartografia allegata alla presente nota, deve essere considerata di inedificabilità assoluta…”.
Riguardo l’area soprastante la stazione ferroviaria (compresa tra le Vie Generale Di Giorgio, F. Crispi, Damiano Chiesa e Barone Cupane in cui in passato è stato rinvenuto un mosaico di epoca romana) il Pianificatore prevede che (cfr. pag. 37 Norme di attuazione): “dovranno essere eseguiti saggi preventivi e i lavori di scavo e i movimenti di terra previsti dovranno svolgersi sotto la sorveglianza di personale della Sovrintendenza e, pertanto tutti i progetti dovranno essere sottoposti alla preventiva approvazione del Servizio II della Soprintendenza BB.CC.AA. di Messina”; si fa rilevare che il mosaico in oggetto non è al momento visibile perché (per scelta della Sovrintendenza o delle Amministrazioni?!) è stato ricoperto non appena è stato rinvenuto (forse per conservarlo meglio?). Poiché la localizzazione del mosaico è certa, non capiamo perché il Pianificatore non abbia indicato lo stesso sulla cartografia e non abbia previsto alcuna tutela e valorizzazione particolare che chiediamo venga prevista.
Infine in contrada Buffone è stata individuata un’area “delimitata ed evidenziata a tratteggio nella allegata planimetria, indiziata di presenze archeologiche, in tutta l’area che va dal Ponte Marina per 500 metri a est e per 100 metri a nord, i lavori di scavo e i movimenti di terra dovranno essere eseguiti sotto la sorveglianza di personale di questo Servizio, al quale dovrà essere data preventiva comunicazione della data di inizio dei lavori” (cfr. pag. 37 Norme di attuazione). A prima vista appare evidente come la descrizione delle Norme non corrisponda per ubicazione ed estensione alla zona delimitata ed evidenziata nella planimetria.
In considerazione di ciò, il Movimento Rinnovamento e Partecipazione auspica che il Pianificatore voglia riconsiderare le scelte operate tenendo conto delle osservazioni sopra esposte.
Cordialmente.
Acquedolci, lì 05.06.2006