sabato 18 dicembre 2004

Richiesta notizie sulla Caserma dei Carabinieri

Il 20 dicembre prossimo ricorre il 2° anniversario del “ripiegamento” temporaneo del comando dei Carabinieri di Acquedolci presso la compagnia di Sant’Agata Militello, a causa della scadenza del contratto di locazione dell’immobile adibito a caserma. È da un po’ di tempo che non interveniamo sulla vicenda. Da quando, cioè, durante un nostro incontro del 18/09/2003 con il Sindaco di Acquedolci in merito all’argomento, lo stesso ci ha rassicurati sul ritorno della caserma dei Carabinieri ad Acquedolci entro la prima metà del 2004. Abbiamo appreso dalla stampa locale una dichiarazione del Sindaco secondo la quale gli organi competenti (Ministero e Comando Generale dei Carabinieri) avrebbero approvato la proposta dell’amministrazione comunale di adibire a caserma i locali dell’odierna biblioteca comunale, i quali sarebbero concessi ai Carabinieri gratuitamente per 2 anni e per un ulteriore periodo provvisorio di 4 anni al canone di affitto corrispondente a quello pagato in precedenza ai proprietari della vecchia caserma. 
A NOME DEI 1720 FIRMATARI DELLA PETIZIONE SUL RITORNO DELLA CASERMA AD ACQUEDOLCI, CHIEDIAMO ALL’AMMINISTRAZIONE DI FARE SAPERE ALLA CITTADINANZA:
Come mai non sono ancora ritornati i Carabinieri ad Acquedolci?
Quando inizieranno i lavori per l’adattamento dei locali suddetti a caserma?
Cosa succederà al termine dei 6 anni (2 + 4) nei quali è assicurata la presenza della caserma ad Acquedolci?
Si ha l’intenzione di attivarsi per la costruzione di una nuova caserma?
E, inoltre, chiediamo: quali locali saranno adibiti a biblioteca nel caso augurato che la caserma si insedi in quelli della biblioteca attuale?
I CITTADINI ATTENDONO DELLE RISPOSTE. Chissà che sotto l’albero possano trovare una lieta sorpresa! 

mercoledì 15 dicembre 2004

Impianto comprensoriale ATO

Il documento che segue è stato redatto prima della convocazione del Consiglio Comunale dello scorso 04 dicembre; in quella data non eravamo a conoscenza di alcune notizie importanti e di particolari che riteniamo dover sottolineare, poiché rispondono in parte alle nostre perplessità e chiariscono e completano dei passaggi che finora mancavano. Alcuni componenti del gruppo di maggioranza hanno portato l’argomento “Impianto comprensoriale” in Consiglio Comunale per chiedere chiarimenti all’Amministrazione e per far votare una linea e un indirizzo politico che fino a quel momento mancava.Per questo motivo noi del Movimento Rinnovamento e Partecipazione abbiamo scelto di aspettare che il Consiglio ne discutesse e abbiamo dato copia del nostro documento al capo gruppo di maggioranza  e agli altri quattro firmatari perché condividiamo in pieno le considerazioni e le posizioni da loro manifestate.Dopo le discussioni e le decisioni del Consiglio riteniamo giusto rendere pubblico il nostro intervento per dare il nostro modesto contributo affinché sul delicato argomento ci sia la giusta attenzione e informazione. Ecco ciò che riteniamo importante aggiungere al nostro documento. Tutta la squadra di maggioranza, anche se non in Consiglio Comunale, aveva già discusso sulla scelta della localizzazione dell’impianto sul territorio del nostro comune e la successiva scelta dell’ATO del terreno sul quale farlo sorgere non è gradito, in linea di massima, neanche al gruppo Rinnovamento e Progresso.Dalle dichiarazioni fatte in Consiglio abbiamo appreso ufficialmente che l’ATO con un’apposita conferenza di servizi e l’interpretazione discutibile di alcune leggi può, chissà per quale motivo, imporre, come sembra voler fare, la scelta del terreno sul quale costruire l’impianto, ignorando pareri tecnici e politici del Comune che ha scelto di “ospitarlo”. Non capiamo perché tale scelta possa interessare l’ATO e divenire causa di impedimento alla realizzazione stessa dell’impianto che sembra passare addirittura in secondo piano. In considerazione del fatto che numerosi professionisti della zona fanno parte a diverso titolo dell’organigramma dell’ATO, che certo alla politica non è estraneo, ci auguriamo che gli interessi del territorio e di tutti i cittadini di Acquedolci non siano disattesi.
Abbiamo appreso in Consiglio Comunale dal Dirigente che nessun progetto o richiesta è al momento pervenuta all’Ufficio Tecnico di Acquedolci, ma non abbiamo ancora capito cosa il Consiglio Comunale e l’Amministrazione vorranno e potranno fare se l’ATO non concerterà con loro, come auspichiamo, le decisioni sull’argomento, anche perché all’ultima seduta del Consiglio la confusione ha vinto su un’auspicabile unanimità mancata.In attesa di notizie definitive e speriamo buone ilMovimento Rinnovamento e Partecipazione rimane a disposizione di quanti vorranno affrontare il problema in modo costruttivo.
Impianto comprensoriale dell’ATO per la raccolta differenziata. 
Lo smaltimento dei rifiuti è un problema di grande attualità e non riguarda certo solo il Comune di Acquedolci. La sensibilità al problema è nettamente aumentata ma le soluzioni attualmente adottate per la gestione e lo smaltimento di ogni sorta di rifiuto non sono certo perfette e soddisfacenti e quello che per molti è solo un problema per altri è un business; se le certezze sono poche e le norme non sono applicate chi ci rimette, oltre ai cittadini e i Comuni stessi, è l’ambiente.La bontà dell’ATO non può, per queste premesse, essere messa in discussione nella speranza che da macchina lenta, onerosa e burocratizzata possa dimostrarsi una valida soluzione sovra comunale ai problemi di organizzazione e gestione del problema rifiuti: non è possibile a priori decretarne la bontà in mancanza di risultati ancora solo sperati. Siamo coscienti che l’epoca delle discariche comunali indifferenziate è finita, che la raccolta differenziata e la valorizzazione e lo sfruttamento dei rifiuti siano strade da percorrere anche e soprattutto per la salvaguardia dell’ambiente e il rispetto della natura, ma anche che il territorio di Acquedolci è il più piccolo dei 33 Comuni che hanno costituito l’ATO ME 1.
Tutte queste considerazioni sicuramente sono state fatte dal nostro Sindaco, con la sua squadra di maggioranza, quando ha pensato di proporre Acquedolci come sede di un impianto per la selezione e la valorizzazione della frazione secca riciclabile della raccolta differenziata all’ATO, che probabilmente non aveva ancora completato l’analisi per eventuali altre collocazioni.Con la sua Giunta il Sindaco, come da lui stesso affermato, ha pensato che l’impianto in oggetto sarebbe diventato il volano per la futura zona artigianale e industriale perché l’ATO avrebbe provveduto alla realizzazione di una strada di accesso all’area e alla sua urbanizzazione, con grande vantaggio per Acquedolci, tenendo conto anche che un apposito Protocollo di intesa garantisce:
-         la compatibilità ambientale della localizzazione (art. 2)
-         la mitigazione e il mascheramento dell’impianto (art. 3)
-         la totale assenza di spese da parte del Comune (art. 4)
-         la riduzione delle tariffe (art. 7)
-         posti di lavoro per manodopera locale ( art. 8 )
-         l’assenza di rifiuti organici o pericolosi (art. 10).
Tutti motivi validi per spiegare la bontà di una scelta che il Movimento Rinnovamento e Partecipazione condivide, e che fino alla prima conferenza ci convinceva, almeno come punto di partenza e garanzie. A distanza di alcuni mesi però dobbiamo osservare che qualcosa non ha funzionato, per cui analizzando meglio il problema allo stato attuale abbiamo tratto le nostre conclusioni.
Innanzitutto riteniamo il Protocollo di intesa firmato incompleto e perfettibile e speriamo che la futura e possibile Convenzione possa essere migliore.Nel dettaglio pensiamo che sarebbe meglio indicare le tipologie di rifiuti che potranno essere trattate nell’impianto, specificare le caratteristiche essenziali dello stesso (superfici coperte e scoperte e relative destinazioni, accesso, recinzione, modalità per lo stoccaggio esterno del materiale…) e descrivere il processo di valorizzazione dei rifiuti.
L’iter seguito purtroppo non ci sembra essere stato impeccabile: il Consiglio Comunale non ha espresso alcun parere, né di indirizzo preliminare né in sede di analisi, commento e approvazione del Protocollo (siamo in tempo per la Convenzione). Aspetto importantissimo è l’individuazione dei criteri di scelta dell’area da destinare all’impianto ed eventuale parere sulle proposte dei tecnici.Proprio la scelta del terreno dove far sorgere l’impianto è stata oggetto di maggiori critiche, sia da parte della opposizione che da un comitato spontaneo di cittadini e preoccupa la maggioranza stessa. Mentre per la sicurezza dell’impianto sono sufficienti le garanzie del protocollo e l’eventuale costituzione di una commissione di controllo ad hoc, composta da appositi tecnici (indispensabili), consiglieri e rappresentanti della cittadinanza, la scelta dell’area non può essere soltanto subordinata ad un parere tecnico urbanistico e igienico sanitario o alla valutazione dell’impatto paesaggistico ambientale (che abbiamo ormai da tempo appurato essere MOLTO SOGGETTIVO ad Acquedolci), ma anche a valutazioni politiche che solo il Consiglio Comunale può fare. Il Sindaco ha affermato di essersi volutamente disinteressato della scelta per non dare adito a illazioni e sospetti, encomiabile ma discutibile: chi ha scelto allora se il Consiglio non ha fiatato?Se il terreno identificato per essere destinato all’impianto ha valore produttivo o agricolo non “sacrificabile”, se l’impianto interferisce con la vocazione turistica di zone limitrofe e non garantisce la tutela ambientale dei terreni più vicini e soprattutto se esiste una proposta di PRG (non ancora approvato ma stilato da tempo dagli stessi tecnici che hanno dato i pareri) che prevede una zona artigianale e industriale da un’altra parte e indica come agricolo il terreno in questione, allora qualche passaggio è stato veramente forzato e l’analisi troppo superficiale.Se l’impianto sorgerà dove finora previsto, a nostro avviso quasi tutti i vantaggi inizialmente auspicati dal Sindaco non ci saranno.
Cosa resta da fare? Occorre una maggiore e più dettagliata informazione, per spiegare con attenzione a tutti i cittadini le caratteristiche dell’intervento e fugare i molti dubbi e le perplessità ad oggi comprensibili (gli incontri finora fatti sono encomiabili ma non bastano). Occorre andare avanti ignorando ogni osservazione o recedere e rinunciare, come ipotizzato e auspicato da qualcuno nell’ultimo incontro pubblico sull’argomento? La storia recente dovrebbe averci insegnato quanto può costare una decisione del genere (chi non ricorda le bollette dell’acqua di qualche anno fa!). La scelta è squisitamente politica: spetta al Sindaco decidere, è l’unico che ha tutti gli elementi e i mezzi per farlo, senza condizionamenti e cosciente che le critiche non saranno lesinate qualunque sarà la sua decisione, sperando che sarà quella giusta, ma non senza aver ascoltato il Consiglio Comunale. Una seconda soluzione potrebbe però esserci, se si volesse si potrebbe ricorrere ad una apposita consultazione referendaria, come previsto nel nuovo Statuto Comunale.
Se però la questione riguarda solo la localizzazione dell’impianto allora basterebbe molto meno…

Per il gruppo di coordinamento   
Ciro Artale 
Ciro Calabrese
Cristian Armao
Gianni Fontana
Giuseppe Princiotta
Salvatore Gerbino