sabato 30 novembre 2002

CRONACA DI UN CROLLO ANNUNCIATO

Forse non tutti sono a conoscenza che nel pomeriggio di martedì 26 novembre u.s., un altro frammento della storia di Acquedolci è andato perduto; una parte della facciata nord del Castello Cupane non ha retto alla furia delle intemperie. Probabilmente la natura ha deciso di cancellare definitivamente la parola castello dai proclami elettorali, ormai stufa del disinteresse e dell’insensibilità culturale degli acquedolcesi.A parte il sarcasmo, siamo coscienti che ormai manifestare il proprio risentimento per l’avanzato processo di disgregazione culturale in atto, produce gli stessi effetti delle belle parole scritte nei programmi amministrativi: il “niente” assoluto. Meglio tacere allora e riservarsi di intervenire concretamente, prima che a qualcuno venga voglia di fare esplodere quello che resta di Palazzo Cupane al fine di “salvaguardare l’incolumità dei cittadini“.Agli amministratori chiediamo, pertanto, un immediato intervento di messa in sicurezza delle strutture ancora integre del castello; ulteriori perdite di tempo finirebbero per giustificare solamente interventi di bonifica dell’area dalle macerie. Preferiamo rinviare ogni commento su questo ed altri argomenti riguardanti il nostro territorio comunale e ci rendiamo disponibili ad un confronto dialettico per trovare insieme possibili soluzioni e proporre idee e progetti concreti; in prima istanza ci sembra più opportuno lasciare spazio alle immagini.
                                                                          Il Movimento


giovedì 28 novembre 2002

Acquedolci: Nuovo movimento politico

ACQUEDOLCI – È nato nel centro acquedolcese il «Movimento rinnovamento e partecipazione» che comprende nei suoi prioritari principi la difesa dei diritti del cittadino, il rispetto della legalità, la democrazia e la trasparenza. In poche parole è «un movimento di opinione politica di interesse locale e punto d’incontro della dialettica politica liberamente accessibile a tutti». I componenti del gruppo di coordinamento sono: Giuseppe Agnello, Ciro Artale, Ciro Calabrese, Giovanni Fontana e Salvatore Gerbino. «Il movimento, che accoglie in sé componenti di diversa formazione culturale e politica, anche appartenenti a opposti schieramenti politici – è stato scritto – non ha, in sintesi, pregiudizi né prevenzioni di alcun tipo, è al servizio della comunità e vuole essere, fra l’altro: luogo di analisi continua, attenta e corretta del territorio con le sue problematiche e potenzialità; luogo di confronto e di crescita politica; parte attiva della vita politica di Acquedolci; di stimolo e di attenta critica all’amministrazione e al consiglio comunale, in modo propositivo e costruttivo ed eventuale collaboratore in iniziative concordate con l’amministrazione».Il gruppo di coordinamento ha precisato che gli ambiti di interesse riguardanti il Comune e il suo territorio, su cui impronteranno la loro opera, sono racchiusi nel sociale (interventi mirati in favore dei cittadini della terza età e dei giovani); nella tutela ambientale (pulizia delle strade, discarica pubblica, risanamento fiumare); nei servizi e urbanizzazione (problema idrico, aree Nuovo piano regolatore, realizzazione dell’area artigianale, piano commerciale e traffico), e nella promozione (rilancio e valorizzazione della spiaggia, rilancio della vocazione turistica del paese e salvaguardia, tutela e promozione del patrimonio architettonico, culturale, artistico e storico).
Il «Movimento rinnovamento e partecipazione» si è già messo all’opera e ha convocato un’assemblea pubblica per discutere su alcune problematiche legate alla locale situazione igienico-sanitaria, al riciclaggio dei rifiuti e alla sicurezza dei cittadini. Si è anche discusso della sicurezza degli edifici pubblici e dei cittadini che in tali strutture lavorano e studiano.
Nino Manera(giovedì 28 novembre sulla Gazzetta del Sud)

sabato 23 novembre 2002

Democrazia come valore di Libertà e Partecipazione

Il nodo della prassi nelle piccole realtà locali: opinioni a confronto

“La libertà non è mai un dono; è una conquista”.“Combatto le tue idee, ma darei la vita perché tu le possa esprimere”.

E’ a partire da queste due citazioni che vogliamo aprire un confronto, nelle nostre realtà locali, sul tema della Democrazia, con la D maiuscola.
In Italia, la democrazia è stata conquistata dopo grandi sacrifici nelle lotte di liberazione ….; il voto cosiddetto a suffragio universale è stato conquistato all’inizio dello scorso secolo ed alle donne è stato riconosciuto soltanto nel 1946, dopo la Liberazione.
In molte zone del mondo le libertà democratiche sono negate da regimi militari ed oligarchie al servizio delle potenze neocoloniali, provocando repressione e guerre.
In una realtà democratica consolidata, come quella italiana oggi, la democrazia non può significare soltanto il consenso: una tale riduzione rischia di trasformare la politica in un’operazione di clientelismo e di scambio di favori oppure nella paralisi di ogni seria azione amministrativa.
Lo stesso confronto tra le parti e la dialettica politica, ne verranno avviliti ed avvelenati. Inoltre, su un livello più generale, chi domina l’informazione potrebbe pilotare a distanza gli umori dell’opinione pubblica, mettendo in circolazione informazioni menzognere, omettendo altre oppure dando ascolto e visibilità ad una sola opinione.
Su questi temi vogliamo aprire un dibattito nelle nostre realtà locali. Abbiamo chiesto a due relatori (Melina Bevacqua e Pippo Ridolfo) di affrontare il tema; abbiamo invitato 4 sindaci (Acquedolci, Caronia, San Fratello e Sant’Agata) di presentarci il loro operato e le linee guida che hanno indirizzato il loro agire amministrativo; ai due capigruppo del Consiglio Comunale di Acquedolci abbiamo chiesto di farci una riflessione sul ruolo di ciascuna parte e sul funzionamento del Consiglio, espressione della democrazia locale.
La cittadinanza e le forze politiche e sociali sono invitate a partecipare ed esprimere un contributo.
Appuntamento Sabato 23.11.2002, ore 17.00, presso la sala Consiliare di Acquedolci.

Nota sull’intervento del dottore Gianni Fontana a nome del Movimento.
LEGITTIMITA’ DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI
In merito al dibattito pubblico tenutosi sabato 23 novembre presso la sala consiliare del Comune di Acquedolci e organizzato dall’Associazione Culturale Mediterraneo, alla quale va il mio plauso per la interessante e riuscita iniziativa, intendo esplicitare meglio il pensiero espresso durante il mio intervento che, per l’esiguità del tempo, non ho avuto modo di chiarire con un’ulteriore replica.
Durante il dibattito ho voluto porre l’accento sull’assenza di Organi di Controllo, a livello locale, quali strumenti di garanzia.
La presenza di un Organo di Controllo eviterebbe al cittadino o alla minoranza consiliare di ricorrere alla Magistratura per verificare la legittimità degli atti amministrativi, qualora gli stessi ravvisino elementi di non conformità alla legge o ai regolamenti.
A parer mio è di estrema gravità che proprio a causa dell’assenza di tali Organi, la richiesta di intervento della Magistratura, a tutela della legalità, è diventata prassi e non evento eccezionale come in uno Stato democratico dovrebbe essere.
Ricordando che la democrazia è anche rispetto delle leggi e delle regole, di seguito riporto un concetto espresso, poco tempo addietro, dal Presidente della Consulta Ruperto e che, con i necessari adattamenti, è possibile applicare anche alle realtà locali: “Il regime democratico non è soltanto governo della maggioranza, ma anche tutela di alcuni valori fondamentali, che non possono venir lesi dalla maggioranza stessa, senza che una corte di garanzia possa e debba intervenire per restaurarli”.
Gianni Fontana(presidente MReP)

giovedì 14 novembre 2002

Rifiuti e sicurezza dei cittadini

Acquedolci 14 novembre 2002
Sabato 09 novembre 2002 si è tenuta, presso la saletta parrocchiale, un’assemblea pubblica del nostro Movimento per discutere su alcune problematiche riguardanti il nostro paese, quali la situazione igienico-sanitaria, il riciclaggio dei rifiuti e la sicurezza dei cittadini.
Il Comune di Acquedolci è in emergenza rifiuti. La discarica è ormai satura e siamo stati autorizzati a conferire i nostri rifiuti in discariche di paesi distanti parecchi chilometri dal nostro centro. Sull’ “affare” discarica ci sarebbe da discutere parecchio; non si comprende, infatti, in base a quale logica si è permesso a paesi limitrofi di scaricare da noi, anche per mesi, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Piuttosto, che fine ha fatto la tanto discussa convenzione con il Comune di San Fratello?
Il nostro Comune è in emergenza, ma sinceramente non comprendiamo come venga affrontata. I cassonetti dell’immondizia sono stati, nei giorni scorsi, strapieni ed anche in questi giorni in alcune zone del paese (vedi scuola elementare) la spazzatura trabocca dagli stessi.
In occasione della ricorrenza dei “morti” il paese, sommerso dai rifiuti, non ha certo fatto bella mostra di sé a quanti, in quei giorni, sono ritornati per visitare i propri defunti. Con i cassonetti strapieni, i sacchi della spazzatura vengono depositati ai lati degli stessi divenendo facile preda notturna dei gatti ed emanando un terribile fetore con notevole preoccupazione in tutta la cittadinanza. Tutto questo assieme alla cenere vulcanica che la “natura” ha pensato bene di far arrivate dalle nostre parti, peggiorando la situazione e rendendo il paese molto sporco.
Stante la situazione attuale delle discariche viene spontaneo chiedersi come mai non ci si è preparati a gestire in tempo ed in modo più razionale l’emergenza?
Non sarebbe stato logico privilegiare, per la raccolta dei rifiuti, alcune zone del paese modificando se necessario l’ordinario percorso dell’autocompattatore e potenziando il servizio di raccolta, anche con turni straordinari e festivi?
Lunedì 4 novembre le mamme e i bambini che si sono recati a scuola hanno avuto due possibilità: o camminare in mezzo alla strada, con il pericolo di farsi investire dalle automobili, o camminare sul marciapiede mettendo però i piedi sui rifiuti sparsi un po’ dovunque.
Scuole, edifici ed esercizi pubblici, luoghi di culto non avrebbero meritato una maggiore attenzione?
Non è certamente migliore la situazione riguardo ai rifiuti metallici (elettrodomestici) o in legno (cassapanche, mobiletti ed altro) sparsi un po’ in tutto il paese. Perché questi rifiuti non vengono raccolti, così come avviene in tanti altri paesi, ma vengono lasciati accanto ai cassonetti per mesi? Una soluzione possibile sarebbe quella di rendere pubblico un numero telefonico di un ufficio a cui rivolgersi per eliminare tali accessori ormai in disuso e gli stessi potrebbero essere depositati un giorno stabilito della settimana e ritirati il giorno dopo.
Sul riciclaggio dei rifiuti il nostro movimento ha diverse idee e si riserva di intervenire successivamente con altri documenti, atti ad illustrare iniziative in proposito.
Speriamo proprio che la situazione igienica del paese migliori.

Durante l’assemblea si è anche discusso sulla sicurezza degli edifici pubblici e dei cittadini che in tali edifici lavorano e studiano.
Si è discusso sulla situazione attuale del nostro municipio e della nostra Chiesa Madre, ma maggiore interesse è stato rivolto, sia per gli eventi tragici successi in altre aree della Nazione sia per l’età degli occupanti, alle nostre scuole.
Tralasciamo di intervenire sulla situazione strutturale degli edifici perché buonsenso, logica e rispetto delle leggi vorrebbero che si intervenisse periodicamente con verifiche atte a dimostrare in modo inoppugnabile che gli edifici dove studiano e lavorano gran parte dei nostri concittadini siano sicuri.
Sono invece le “piccole cose” che hanno destato il nostro interesse.
La Scuola Materna Statale versa in condizioni piuttosto precarie.
Il cancello esterno in ferro è posizionato in modo tale che quando è chiuso permette comunque ai bambini di passare al di sotto e a nulla sono valse, durante gli anni passati, le diverse richieste fatte dai docenti e dalle mamme agli amministratori tendenti ad ottenere lo spostamento dello stesso di poche decine di centimetri. Anche l’inizio di quest’anno scolastico ha visto il cancello sempre nella medesima posizione.
Il pavimento del cortiletto esterno all’edificio è spaccato e divelto in più punti, avvallato e con un’enorme “rigonfiamento” nelle vicinanze dei giochetti (altalena) che i nostri bambini dovrebbero utilizzare. Una delle grate in ferro che coprono i tombini situati in mezzo al cortile esterno è rialzata di qualche centimetro rispetto al pavimento circostante e la rete esterna è rotta in diversi punti e quindi pericolosa.
Buonsenso vorrebbe che prima di iniziare l’anno scolastico si facessero dei sopralluoghi e si intervenisse anche sulle piccole cose da sistemare che comunque, considerata l’età degli alunni che frequentano la scuola materna, tanto piccole non sono.Riguardo la scuola elementare, l’argomento che ha destato maggiormente il nostro interesse, suscitando grave preoccupazione, è stata l’assenza, in questo anno scolastico, delle transenne che, poste presso l’edificio scolastico nelle ore di entrata e di uscita dei bambini, impedivano il transito dei veicoli, garantendo l’incolumità ai nostri figli.
Diversi componenti del nostro Movimento sono stati testimoni oculari, nei giorni scorsi, di automobili che transitando liberamente davanti la scuola elementare durante le ore vietate, hanno rischiato di travolgere dei bambini.
Avevamo constatato mercoledì scorso, con vera soddisfazione, che tale problema sembrava rientrato, stante il ripristino delle transenne presso le scuole elementari, ma il sogno è durato solo un giorno perché oggi, giovedì, le transenne sono nuovamente scomparse.
I motivi che hanno spinto l’Amministrazione ad una tale scelta sono forse da ricercarsi nella carenza di personale che possa posizionare le transenne in via Diaz o nella volontà di impinguare le casse comunali con gli spiccioli ricavati da qualche multa?
Consapevoli, quindi, che la prevenzione sia necessaria per evitare possibili malaugurati incidenti, chiediamo all’Amministrazione Comunale di ripristinare le transenne davanti l’edificio delle Scuole Elementari e a provvedere ad apporre opportuna segnaletica che vieti il transito anche presso la Scuola Media, nelle ore di entrata e di uscita degli alunni e, ancora meglio, di disporre un servizio di vigilanza (Vigili Urbani, dipendenti ex articolo 23, lavoratori LSU) al fine di disciplinare il traffico che, soprattutto nelle giornate di pioggia, crea confusione e disordine con alto rischio di incidenti.
Le riflessioni espresse nel presente documento non vogliono essere una critica all’operato dell’Amministrazione Comunale, che si è insediata solo da poco tempo, quanto piuttosto uno stimolo perché con un’azione più incisiva e mirata si possa contribuire a migliorare la qualità della vita nel nostro piccolo centro.