martedì 25 febbraio 2003

Quando torneranno i carabinieri?

Acquedolci: da due mesi la caserma trasferita a S. Agata
Organizzato dal “Movimento rinnovamento e partecipazione” si è svolto, in occasione della ricorrenza del 50. giorno senza caserma dei carabinieri – trasferita provvisoriamente presso la Compagnia di S. Agata Militello – un incontro tra le locali associazioni invitate, per discutere e trovare soluzioni atte a fare ritornare i militari nel centro acquedolcese.
Alla fine del dibattito è stato stilato un documento ufficiale che è stato inviato al comandante generale dell’arma dei carabinieri e al comandante della stazione di Acquedolci.
Alla riunione è intervenuto anche il sindaco di Acquedolci, Salvatore Oriti, che ha portato a conoscenza dei presenti le iniziative già intraprese e quelle che si intendono svolgere per chiudere definitivamente il sentitissimo problema della caserma. Le associazioni firmatarie hanno scritto nel documento che «dal 20 dicembre scorso Acquedolci non ha la caserma dei carabinieri. Non è soltanto questo fatto, grave abbastanza già da solo, a preoccuparci, bensì come si sia arrivati a questa decisione e come si stia gestendo questa fase, al dire degli interessati provvisoria, ma al momento, indefinita e disarmante. Che i locali della caserma non fossero ritenuti idonei si sapeva, poiché negli anni passati si è cercato di individuare un sito adatto a costruirvi un edificio che rispondesse ai requisiti per diventare la nuova caserma di Acquedolci; tentativo fallito, non si sa per quali motivi, dato che era già disponibile un fondo della cassa depositi e prestiti che non fu utilizzato». «È di dominio pubblico – si legge ancora – che sono stati fatti più tentativi per trovare una sede adeguata e tra quelle individuate nessuna sia stata reputata tale; i motivi possono essere stati diversi e speriamo validi, ma sarebbe grave scoprire che la causa degli insuccessi fosse di natura economica. Qualcuno afferma che il Comune fosse disposto a coprire parte delle spese e che si sia attivato per trovare una soluzione, ma le uniche fonti ufficiali – prosegue il comunicato – sono tutte datate post 20 dicembre, mentre la soluzione doveva essere pronta da anni».
Nel documento i firmatari parlano di «cittadinanza spiazzata, non informata e abbandonata» e così concludono: «Acquedolci vuole delle risposte, urge chiarezza: tempi certi, decisioni chiare, progetti precisi.
Serve la Caserma dei carabinieri: non uffici in cui i militi possono svolgere i loro compiti burocratici, ma un punto di riferimento per il paese, un punto dal quale le forze dell’ordine escano per incontrare, conoscere a aiutare le persone, come facevano un tempo. Acquedolci è un paese come altri: non ci sono chissà quali emergenze o problemi particolari, ma la presenza dei carabinieri è sinonimo di normalità, di garanzia e di protezione.
Questo Acquedolci vuole, e presto».
Nino Manera
(Gazzetta del Sud 25 febbraio 2003)