sabato 5 febbraio 2005

Impianti di raccolta, trasferimento e riciclaggio rifiuti

Movimento Rinnovamento e Partecipazionemo.rinnovaepartecipa@katamail.com
Acquedolci 05 febbraio 2005
Alla luce degli ultimi sviluppi riguardo la vicenda “Impianti di raccolta, trasferimento e riciclaggio rifiuti ad Acquedolci” successivi all’assemblea cittadina del giorno 22 gennaio, vogliamo esprimere alcune considerazioni che mettano in luce (qualora ce ne fosse ancora bisogno…) la nostra posizione in merito al problema.
PREMESSA: INTERESSE ALLA TUTELA DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO.Il MReP da diverso tempo ha evidenziato il problema della tutela delle fiumare dell’Inganno e del Furiano, diventate da anni delle discariche a cielo aperto, partecipando tra l’altro all’iniziativa “Operazione fiumi” promossa ad Acquedolci dall’AGESCI il 09 maggio 2004. In tale occasione denunciammo lo stato di degrado in cui i due torrenti versano, nonché proponemmo all’Amministrazione di cercare delle soluzioni attraverso i metodi dell’informazione dei cittadini, del coinvolgimento dei lavoratori, della responsabilizzazione, e chiedemmo all’Amministrazione un intervento deciso di bonifica ed un  maggiore monitoraggio del territorio (vedi documento “Fiumare e operazione fiumi” del 7/06/2004).In altre occasioni il Movimento ha denunciato delle prassi di gestione del territorio da parte degli Enti preposti, che però si sono rivelati poco rispettosi dell’ambiente e del patrimonio architettonico e culturale (Pizzo Castellaro, Castello Cupane, Cimitero, ecc.), pertanto risulta chiaro ed inequivocabile che per il MReP la tutela del territorio e dell’ambiente è un valore fondamentale.
ANALISI: CENTRI DI RACCOLTA E TRASFERENZA RIFIUTI.Riguardo ai centri di raccolta e trasferenza dei rifiuti, il MReP ha espresso più volte la propria posizione, sia mediante un documento sull’impianto dell’ATO per la raccolta differenziata che dovrebbe sorgere presso l’Inganno, sia mediante interventi pubblici di alcuni rappresentanti (Cristian Armao durante il dibattito aperto al pubblico in Consiglio Comunale del 15/01/05 e Giuseppe Princiotta all’assemblea cittadina del 22/01/05). Inoltre, qualche esponente del Movimento ha anche partecipato attivamente alle riunioni di cittadini in preparazione all’assemblea del 22/01. Si vuole ora sintetizzare e chiarire quali sono i termini della questione, partendo da una netta distinzione ed analisi indipendente dei due problemi:1. impianto dell’ATO per la frazione secca proveniente dalla raccolta differenziata, ubicato presso il torrente Inganno;2. impianto di trasferenza dei rifiuti solidi urbani, ubicato presso il torrente Furiano.
Impianto di selezione della frazione secca riciclabile della raccolta differenziata.In occasione della firma da parte del Sindaco del protocollo d’intesa prima e dellaconvenzione dopo, con l’ATO ME1 lamentammo che l’iter seguito non fosse stato impeccabile per la mancanza di un parere del Consiglio Comunale, di una informazione preliminare e successiva consultazione della cittadinanza, per la mancanza di criteri di scelta dell’area da destinare all’impianto e di uno studio approfondito.Tuttavia, anche sulla considerazione che un eventuale passo indietro da parte dell’Amministrazione avrebbe potuto causare richieste di risarcimento danni a vario titolo da parte dell’ATO a carico del Comune, il MReP si dichiarò a quel punto non contrario alla localizzazione dell’impianto dell’Inganno nel territorio di Acquedolci, a patto che venisse costruito nell’area artigianale o in area al confine di essa, onde salvaguardare la vocazione agricola della prima area localizzata dall’ATO, e quella turistica del territorio ad essa vicino.Ciò, anche in considerazione dell’impegno assunto dall’ATO di farsi carico degli oneri di urbanizzazione, che avrebbero comportato, tra l’altro, la realizzazione di una strada di accesso e di altre opere che indirettamente sarebbero tornate utili per la realizzazione della tanto attesa area artigianale.A seguito della mozione di alcuni consiglieri di maggioranza e del susseguente voto del Consiglio, pare che l’ATO si sia impegnata ad eseguire uno studio per verificare se l’area artigianale è adatta ad ospitare l’impianto e, nel caso non lo fosse, ha già preso contatto col Comune di S. Agata Militello, il quale si è dichiarato disponibile ad accogliere l’impianto nella propria area industriale (sull’altra sponda del torrente!).Per questo problema, se i cittadini sono contrari a questo impianto, possono e debbono manifestare il proprio dissenso all’Amministrazione comunale, coscienti, però, delle possibili ripercussioni che un eventuale condanna del Comune potrebbe arrecare alle già disastrate casse dell’Ente e che comunque l’impianto avrebbe una collocazione poco distante da quella ad oggi prevista.
Stazione di trasferenza r.s.u. in c/da badetta nel comune di caronia.La localizzazione nel Comune di Caronia di questo impianto è stata imposta dal Commissario regionale per l’emergenza rifiuti (che è il Presidente della Regione Salvatore Cuffaro), per permettere alla società che ha vinto l’appalto per il trattamento e lo smaltimento dei RSU (la SicilPower), di poter costruire uno degli impianti di prima trasferenza.In questi impianti dovrebbero confluire  i RSU di molti comuni, che poi, dopo un trattamento di compostaggio e imballaggio, ripartiranno per Paternò dove è prevista la costruzione di un inceneritore. Senza ripercorrere le fasi che hanno portato questo impianto a Caronia, diciamo subito che ci opponiamo fermamente alla sua localizzazione al confine con Acquedolci, per diversi motivi:    gli enormi danni che provocherebbe: alle imprese che hanno investito o intendono investire in quell’area, a tutti i cittadini di Acquedolci che vedrebbero invaso quotidianamente il centro abitato dagli automezzi dell’immondizia di mezza Siciliache, uscendo dallo svincolo autostradale di S. Agata (quello del Furiano, provvisorio, dovrebbe essere chiuso con il completamento dell’autostrada a meno che la SicilPower non abbia il potere di ottenerne l’apertura ad hoc), attraverseranno le vie del centro; agli abitanti delle zone più vicine, che dovrebbero sopportare i cattivi odori e l’aria malsana, a rischio anche della loro salute;
     la tutela di un’area di alto valore naturalistico-ambientale.
La fiumara del Furiano è l’unica, nella provincia di Messina, a non essere interessata dalla presenza di cave; la contrada Badetta è una delle “porte” del Parco dei Nebrodi.
Ma non mancano anche ragioni di carattere strettamente tecnico che riguardano il progetto.-      L‘impianto è previsto in una zona che rientra nel bacino idrografico del Furiano, all’interno dell’area di massima esondazione;-    il territorio è stato interessato nel recente passato da frane;-    pare che il progetto non preveda un impianto di smaltimento delle acque reflue;-    non è chiaro se i pareri di ASL e ANAS  ed altri enti preposti siano propedeutici o semplicemente “ottenibili” a scelta avvenuta, qualunque essa sia.La scelta del Comune di Caronia lascia interdetti, specie se si considera la sua posizione rispetto al territorio che tale impianto dovrà servire, trovandosi quasi all’estremità della provincia di Messina.
Se poi si pensa che i rifiuti dovranno ritornare nella provincia di Catania non si capisce quale sia il criterio di efficienza economica seguito per tale scelta.
Per questi e per tanti altri motivi, riteniamo che la lotta civile contro la localizzazione di questo impianto debba coinvolgere tutti i cittadini, ma in primo luogo, e alla testa di essi I LORO RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI a tutti i livelli, non solo perché ad essi è delegato il potere di tutelare la comunità, ma anche perché essi hanno il diritto di accesso agli atti che sono funzionali ad una eventuale tutela in sede legale degli interessi dei cittadini di Acquedolci.Inoltre, non abbiamo dimenticato gli “sponsor” che all’ultima campagna elettorale hanno appoggiato l’attuale Sindaco.Per questi motivi chiediamo: dove sono gli onorevoli e senatori eletti nel nostro comprensorio?Il MReP ritiene che sia il momento che queste tanto pubblicizzate amicizie si facciano sentire presso il Commissario-Presidente della Regione (della stessa area politica!), e facciano valere la loro influenza, se tengono veramente al nostro territorio (oltre che ai loro amici e al loro elettorato!).Ecco perché siamo convinti della necessità che in prima fila nella lotta ci sia il nostroSINDACO. Avremmo gradito che fin dall’inizio il Sindaco avesse intrapreso un’iniziativa forte presso le sedi competenti, e poi chiesto l’apporto a sostegno di tutta la cittadinanza; costatiamo con rammarico, invece, come di fatto pare chel’amministrazione abbia delegato ogni iniziativa alla buona volontà dei cittadini, magari assicurando di essere al loro fianco. Ci è sembrato un deporre le armi che ha creato sfiducia e senso di abbandono nei cittadini. Il Sindaco, a suo dire, ha preferito effettuare tentativi di soluzione ancora una volta in proprio e in “silenzio”: speriamo almeno che vadano a buon fine.Il MReP apprezza, a questo proposito, l’iniziativa del circolo locale di un partito importante come AN che ha ritenuto opportuno, con grande senso di responsabilità, coinvolgere autonomamente i propri referenti istituzionali presso il Parlamento, la Regione e la Provincia.
COMITATO SPONTANEO DEI CITTADINI?L’iniziativa intrapresa da alcuni cittadini, all’indomani del Consiglio Comunale del 15/01 di costituire un comitato spontaneo per dire: NO AD ENTRAMBI GLI IMPIANTI, non è riuscito nell’intento di trovare una linea comune. Ciò, a nostro modo di vedere, proprio perché non si sono distinte le due problematiche, le quali sono diverse tra loro e richiederebbero diversi approcci.Una lotta unitaria contro entrambi gli impianti non avrebbe mai potuto vedere in prima linea l’amministrazione comunale che nella persona del Sindaco ha firmato la convenzione per accogliere uno dei due impianti contro i quali si esprime il dissenso. Chiedere ciò sarebbe stato contraddittorio.
Non vorremmo che il fatto di aver accomunato le due questioni sia stato il frutto di un calcolo politico-elettoralistico, che nulla ha a che vedere con l’interesse generale e urgente della comunità.
Forse in tale causa va ricercata la ragione profonda di una “sconfitta di un’idea”, come ha detto qualcuno. Sarebbe stato più opportuno, al limite, formare 2 comitati autonomi… ma, pensandoci bene, c’è proprio bisogno di comitati?Al limite, avrebbero un senso ai fini di un’azione legale, quelli costituiti da proprietari di terreni confinanti, che avrebbero diritto di accesso agli atti amministrativi in quanto i loro interessi potrebbero essere pregiudicati dal provvedimento finale. Un comitato cittadino avrebbe, semmai, il compito di informare la cittadinanza del problema ed essere stimolo alle istituzioni per la soluzione del problema e sostegno alle stesse riguardo alle eventuali iniziative poste in essere.
IL MOVIMENTO RINNOVAMENTO E PARTECIPAZIONE, VISTA L’ASSENZA DELLE ISTITUZIONI, IL RISCHIO DI STRUMENTALIZZAZIONI POLITICHE, LA MANCANZA DI  UNA STRATEGIA OCULATA E RISPONDENTE ALLE DIVERSE QUESTIONI RIGUARDANTI I DUE IMPIANTI, HA SCELTO ALLO STATO ATTUALE DI NON FAR PARTE DI ALCUN COMITATO, MA ASSICURA LA PROPRIA PARTECIPAZIONE ATTIVA RIGUARDO A QUALSIASI INIZIATIVA PROPOSTA DA UN EVENTUALE COMITATO, PARTITO O SINGOLO CITTADINO (NON IMPORTA) CHE GIUDICHERÀ UTILE ALLO SCOPO DI IMPEDIRE L’ISTALLAZIONE DELL’IMPIANTO IN CONTRADA BADETTA.
Propone: per l’impianto dell’Inganno la raccolta di firme per indire un referendum cittadino;per l’impianto del Furiano ribadiamo la richiesta di una iniziativa forte da parte dell’amministrazione (non limitata a 14 versi di poesia bucolica dedicata ad un caro amico lontano) e dei rappresentanti eletti dai cittadini che sicuramente risulterebbe più efficace e coinvolgente per tutti.
In attesa di rapidi riscontri, ci auguriamo che la questione abbia una svolta decisiva e positiva al più presto, nella speranza che il solo intervento dell’amministrazione e l’interessamento del Prefetto (se mai ci sarà) possano essere risolutivi.
Il Gruppo di Coordinamento