giovedì 18 giugno 2009

Referendum elettorale del 21-22 giugno 2009

Domenica 21 giugno, dalle ore 8 alle 22, e lunedì 22 dalle ore 7 alle 15, si svolgerà un referendum abrogativo di alcune norme della attuale legge elettorale per la Camera ed il Senato.
La consultazione referendaria consta di n. 3 quesiti, con rispettive schede di colore diverso (viola, beige e verde), concernenti rispettivamente:
Referendum n. 1 (scheda viola):premio di maggioranza nazionale per la Camera dei deputati: abrogazione della possibilità di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste.
Votando “sì” al quesito n. 1 i partiti, in futuro, dovranno presentarsi singolarmente alle elezioni, e non più in coalizioni, esprimendo ciascuno un proprio leader, candidato alla Presidenza del Consiglio.
Il partito che otterrà più voti (maggioranza relativa) per l’elezione dei deputati, a livello nazionale, conquisterà il premio di maggioranza e otterrà comunque il 55% dei seggi (per un totale di 340) alla Camera dei Deputati, anche qualora non lo abbia già ottenuto in proporzione ai voti validi ottenuti.
Inoltre, per ottenere dei seggi, i partiti dovranno superare singolarmente lasoglia di sbarramento del 4% dei consensi su base nazionale.
Non essendo più consentito coalizzarsi con uno o più partiti, non sarà più possibile abbassare la soglia di sbarramento al 2%, così come è possibile attualmente in caso di coalizione tra 2 o più partiti.
Referendum n. 2 (scheda beige):premio di maggioranza regionale per il Senato: abrogazione della possibilità di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste.
Votando “sì” al quesito n. 2 i partiti dovranno presentarsi singolarmente alle elezioni, e non più in coalizioni, esprimendo ciascuno un proprio leader.
Il partito che otterrà più voti (maggioranza relativa) per l’elezione dei senatori, a livello regionale, conquisterà il premio di maggioranza e otterrà il55% dei seggi del Senato assegnati alla regione.
Inoltre, per ottenere seggi, i partiti dovranno superare singolarmente lasoglia di sbarramento dell’8% su base regionale. In sostanza, i singoli partiti otterranno dei seggi solo nelle regioni in cui avranno raggiunto almeno l’8% dei consensi. Anche per il Senato, non essendo più consentito coalizzarsi con uno o più partiti, non sarà più possibile abbassare la soglia di sbarramento dall’8% al 4%, come avviene attualmente.
Referendum n. 3 (scheda verde):disciplina della candidature: abrogazione della possibilità per uno stesso candidato di presentare la propria candidatura in più di una circoscrizione.
Votando “sì” al quesito n. 3 ogni candidato potrà candidarsi in una sola circoscrizione, e non più in diverse circoscrizioni salvo poi optare per la più “conveniente”, permettendo così il subentro dei primi non eletti.
In caso di prevalenza dei “no o di mancato raggiungimento delquorum di validità (50% + 1 degli aventi diritto al voto), rimarrebbe invariato l’attuale sistema elettorale.
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Qualche considerazione “politica”:
Come si può facilmente constatare da una prima lettura, la prima considerazione si può fare sul fatto che nessuno dei tre quesiti è volto a riportare il voto di preferenza per Camera e Senato.Solo il quesito n. 3 consentirebbe, in caso di prevalenza dei “sì”, un relativo collegamento tra candidato eletto e circoscrizione, ma le liste sarebbero formate da candidati nominati, sempre e comunque, dai (o meglio: dai vertici dei) partiti!
I primi 2 quesiti avevano come obiettivo quello della semplificazione e della riduzione del numero dei partiti. Si ricordi che il referendum era stato proposto durante il governo Prodi quando la maggioranza che lo sosteneva era formata da ben 12 partiti. Oggi, di fatto, la situazione è ben diversa. Con l’attuale legge elettorale il numero di partiti presenti in parlamento si è comunque già ridotto, di fatto, a 6.
La Lega Nord aveva il timore (forse un po’ meno oggi, visti i risultati delle europee!) di non riuscire a raggiungere il 4% a livello nazionale. In ogni caso, mantenendo l’attuale legge elettorale la sua presenza nella coalizione di maggioranza rimarrebbe fondamentale, diversamente sarebbe se vincessero i “sì”. Ragion per cui è riuscita a “convincere” il premier Berlusconi, all’indomani dei risultati europei, a non far prendere alcuna posizione, né pro né contro, al PDL, e per questo invita i cittadini all’astensione.
D’altra parte, anche il votare “no” potrebbe favorire la vittoria dei “sì” perché potrebbe portare al raggiungimento del quorum di validità del referendum (50% + 1 degli aventi diritto al voto).
Sicuramente il rischio di non raggiungere le soglie di sbarramento, e non ottenere così parlamentari, soprattutto alla Camera, lo correrebbero ancora i partiti minori, e tra questi certamente rischierebbe di non avere deputati l’MPA che, seppur abbia ottenuto un buon risultato in Sicilia alle ultime consultazioni elettorali, è ben lontano dal 4% su base nazionale.
Ad ogni modo, anche una vittoria del “sì” darebbe luogo a interpretazioni contrastanti:
Per il PDL consoliderebbe la legge elettorale attuale che ha dato buona prova di sé, e anzi la migliorerebbe nell’ottica della semplificazione, nella via verso il bipartitismo. Oltre tutto, stando agli ultimi risultati elettorali, consentirebbe al partito di ottenere (da solo, senza la Lega Nord), la maggioranza assoluta in Parlamento.
Per il PD, la vittoria del “sì” significherebbe un messaggio dei cittadini al Parlamento ad impegnarsi a varare una nuova legge più democratica.
Ma anche la prevalenza dell’astensionismo sarebbe, comunque, esposta a diverse interpretazioni di parte.
In conclusione: da qualunque lato la si guardi, questa legge elettorale è e resterebbe ancora un vero “porcellum”.
Cosa fare, allora? Invitiamo i cittadini a farsi un proprio convincimento puntando al bene del Paese, nell’attuale momento storico e con l’attuale classe politica, e a comportarsi di conseguenza.
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24.06.2009
Aggiornamento: nessuno dei 3 quesiti ha raggiunto il quorum di validità, pertanto rimane invariata la legge elettorale attualmente in vigore.
leggi i risultati dei referendum ad Acquedolci.
Fonte: Ministero dell’Interno.

mercoledì 17 giugno 2009

Comunicato degli elettori del PD iscritti al MReP

Noi iscritti al Movimento Rinnovamento e Partecipazione che alle ultime elezioni europee abbiamo votato e sostenuto, congiuntamente e disgiuntamente, alcuni candidati del Partito Democratico (Borsellino, Barbagallo e Crocetta), con il presente documento prendiamo le distanze da chi, facendosi forza dei voti espressi a favore del PD nell’ultima consultazione elettorale, usa il simbolo del partito per chiedere le dimissioni del Sindaco Ciro Gallo.
I cittadini che, come noi, hanno voluto esprimere il proprio voto con lo sguardo rivolto all’Europa, sono stati associati, in tale maniera subdola, a coloro che hanno ingaggiato una competizione pseudo-amministrativa di ben poca valenza, finalizzata, a loro dire, a “misurare” il grado di consenso dei cittadini di Acquedolci nei confronti del Sindaco Gallo e della sua compagine amministrativa. Noi “movimentisti” – elettori del PD, così come i nostri familiari e amici che si sono uniti a noi nel sostenere i suddetti candidati del PD alle europee, e così come anche i movimentisti che hanno fatto scelte diverse dalla nostra, ma ugualmente libere e meritevoli di rispetto, sostenendo altri candidati e partiti, abbiamo inteso la consultazione elettorale del 6-7 giugno scorsi, esclusivamente, per quello che era: l’elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento Europeo.Tale voto nulla aveva a che vedere con le “beghe” paesane e, pertanto, rifiutiamo qualsiasi interpretazione del nostro voto come di dissenso nei confronti del Sindaco di Acquedolci, essendo rimasta del tutto immutata la nostra posizione di sostegno riguardo al Sindaco Gallo e all’Amministrazione Comunale.
Cogliamo l’occasione per esprimere le nostre perplessità nei confronti della dirigenza locale del PD, che non è stata ancora in grado di trovare una linea unitaria ed efficace, in un momento in cui il centro-sinistra ad Acquedolci ha raggiunto i minimi storici.
Avendo molti di noi del MReP partecipato sia alle primarie del PD nel 2007, sia alla successiva elezione del direttivo del circolo locale del partito, dichiariamo di non riconoscerci nelle posizioni delle 2 esponenti del PD che hanno firmato la richiesta di dimissioni del Sindaco, nella veste di rappresentanti del partito. Ricordiamo bene, infatti, come, in occasione delle elezioni costitutive del circolo locale del PD, in maniera piuttosto strana e poco “democratica”, nonostante la lista che faceva capo alle suddette esponenti non avesse ottenuto la maggioranza dei voti, le stesse si videro “affidare”, dopo pochi giorni, la direzione del circolo PD di Acquedolci.
Ciò ci fa nutrire seri dubbi sulla democraticità interna al partito, almeno a livello locale, e ci induce a non riconoscere le suddette firmatarie del documento quali nostre rappresentanti, al di là delle loro qualità personali e politiche che non vogliamo minimamente giudicare o mettere in discussione.
Gli elettori del PD iscritti al MReP.

Rimpasto in Giunta

Questa mattina, il Sindaco Ciro Gallo ha provveduto a ricostituire la Giunta Municipale azzerata ieri pomeriggio.
Sono stati riammessi gli assessori Antonino GiambòGiuseppe PrinciottaFiladelfio Salanitro e Salvatore Zingales, che hanno pressocchè mantenuto le precedenti deleghe.
Le new entry sono Calogero Carcione (sport, turismo e spettacolo) eBettino Spitaleri (politiche sociali), già consiglieri comunali dimissionari, che prendono il posto di Massimo Scaffidi e Concetta Lombardo.
Sui siti internet di alcune emittenti locali e organi di informazione telematici è stata riportata una presunta dichiarazione del Sindaco secondo la quale l’esclusione dalla giunta dell’assessore Massimo Scaffidi ”sarebbe stata chiesta da tutto il gruppo del Movimento Rinnovamento e Partecipazione” o il Movimento avrebbe “chiesto la testa” dello stesso, e simili.
Tale notizia è priva di qualunque fondamento.
Il Movimento Rinnovamento e Partecipazione, infatti, non ha mai richiesto nè al Sindaco, nè al gruppo di maggioranza l’esclusione di Massimo Scaffidi dalla Giunta.