lunedì 5 giugno 2006

Osservazioni al progetto di nuovo P.R.G. – zona C

All’Ill.mo Signor Sindaco
Comune di Acquedolci (ME)
dott. Salvatore Oriti
Oggetto: Revisione del Piano Regolatore Generale.
Osservazioni al progetto depositato – Zona C.
Il Movimento Rinnovamento e Partecipazione con la presente osservazione desidera formulare alcuni rilievi in merito alla estensione, collocazione e strutturazione della zona C prevista dal nuovo P.R.G..
 1) Estensione della Zona C
È da rilevare, in via preliminare, come il Pianificatore non abbia posto a fondamento della redazione del P.R.G. una attenta analisi sull’andamento demografico della popolazione previsto per i prossimi anni.
Nella relazione, in riferimento alla espansione della zona C (cfr. pag. 18) si afferma che: “Ampie previsioni soddisfano astrattamente gli operatori, accontentano più proprietari e, come alcuni sostengono smentiti dai fatti, concorrono alla diminuzione dei prezzi. Tuttavia, ampie previsioni significano anche una maggiore compromissione del territorio.” Ed ancora “bisogna riflettere su disastri urbanistici prodotti da previsioni espansive fuori da ogni misura (si pensi che è stata ipotizzata già nel passato una popolazione di 10.000 abitanti).
Orbene, pur tenendo conto dei rischi legati ad un eccessivo dimensionamento della zona C, la relazione non è suffragata da dati aggiornati (a pag. 43 si opera la proiezione futura al prossimo 31.12.1998 (sic!) che, secondo le stime, sarebbe dovuta essere di 5333 abitanti, e, per di più, l’ultimo censimento della popolazione preso in esame risale al 1991).
La Relazione Generale di accompagnamento al P.R.G. afferma (cfr. pag. 66) che:
“È importante sottolineare come non possono assumersi quale criterio di predimensionamento il tasso di crescita demografico, il quale nell’insieme, non ha un andamento stabile, questo di fatto rende molto difficile fare previsioni a medio termine. Tali osservazioni non costituiscono giustificazione per una eventuale politica edilizia espansiva ma solo una premessa e un richiamo per la metodologia utilizzata. Infatti più che fondare il dimensionamento sull’analisi dinamica si fa riferimento alla situazione delle famiglie ed al patrimonio edilizio esistente, come rapporto tra componenti familiari e spazio di utilizzo dell’unità immobiliare”.
È da rilevare come il Pianificatore dichiara che intende basare la sua analisi non tanto su criteri concernenti l’espansione demografica, ma su elementi correlati al “rapporto tra componenti familiari e spazio di utilizzo dell’unità immobiliare” ovvero “situazione delle famiglie ed al patrimonio edilizio esistente”.
Questa scelta risulta essere molto discutibile, sia perché si basa su una visione parziale della realtà, sia perché non è ancorata a riscontri comparativi, ovvero a criteri statistici rigorosi. I calcoli sviluppati dal Pianificatore, quindi, costituiscono un mero esercizio aritmetico e, oltre a non seguire dettami normativi che ne prescrivano le procedure né indicazioni politiche, non dicono in realtà nulla di attendibile o di scientificamente verificabile sulle future esigenze abitative della popolazione.
La relazione continua (pag. 70) osservando come:
“… in riferimento alla situazione demografica al 31.12.2000 pari a n° 5399 abitanti scaturisce, in rapporto ai tre decenni, un costante aumento, nel quale è ipotizzabile l’incremento nel prossimo ventennio di tale parametro anche in maniera sostanziale , giustificato dai seguenti motivi:1. Valorizzazione delle riserve naturali (Grotta San Teodoro) e culturali (Castello Cupani);2. Sviluppo turistico – alberghiero connesso alla realizzazione della strada provinciale sul litorale di collegamento con il centro di S. Agata Militello;3. Miglioramento delle attività legate alla balneazione con la realizzazione di zone attrezzate (Piano Spiaggia).4. Miglioramento delle attrezzature sportive direttamente fruibili con la realizzazione della strada provinciale sopra richiamata.5. Miglioramento dell’aspetto commerciale con la realizzazione della variante urbanistica ai sensi della L.R. n° 28/99 e D.P. del 11.07.2000 ed individuazione di aree commerciali.6. Sviluppo e definitivo decollo delle attività artigianali e produttive;”
Gli elementi posti a fondamento dell’analisi costituiscono delle mere supposizioni e, in ogni caso, il Pianificatore non ha operato un raffronto con i contesti socio-economici delle realtà comunali vicine per dire in che misura i fattori elencati nei punti da 1 a 6 della relazione (o altri fattori analoghi) abbiano inciso in tali contesti. Sarebbe stato auspicabile che il presente Piano avesse elevato tali considerazioni da semplici punti di partenza a obiettivi primari dello strumento urbanistico.
Oltretutto, nella planimetria allegata si riscontra un’estensione della zona C3 quasi pari alla odierna estensione del centro abitato. A parere degli Scriventi sembrerebbe quasi che vengano volutamente disattesi i principi urbanistici tanto decantati nella parte introduttiva della relazione generale.
L’estensione o meglio il sovradimensionamento della zona di espansione non può trovare giustificazione alcuna nell’osservazione a tenore della quale “tutte le società presentano alti livelli di indeterminatezza; mutano le abitudini e le modalità di convivenza, si modifica la struttura economica, cambiano i rapporti tra i sessi e le relazioni tra i giovani e la famiglia, non sono più stabili neppure le preferenze abitative” (cfr. relazione pag. 18).
Tali considerazioni rappresentate dal Pianificatore, oltre a presentare un alto livello di incertezza ed opinabilità, in ogni caso, non forniscono alcun elemento concreto atto a motivare l’espansione edilizia contemplata nel piano. Non pare convincente volere giustificare una così ampia definizione della zona C3, sulla sola considerazione che le moderne dinamiche sociali porterebbero, secondo il Pianificatore, ad un maggiore bisogno di abitazioni pro capite.
Se il vecchio P.R.G. tendeva ad ancorare la necessità di nuovi alloggi sulla base di una supposta crescita del flusso migratorio verso Acquedolci (presupposto questo mai avverato nelle proporzioni descritte dal precedente strumento urbanistico), il nuovo P.R.G. non può neanche avvalersi di una simile giustificazione.
Ed invero, l’unico tipo di flusso migratorio oggi apprezzabile può solo essere di tipo turistico, mentre, in passato, si doveva tenere conto di flussi (attualmente marginali) provenienti dai centri viciniori.
Pare in ogni caso spropositata la previsione relativa al flusso turistico, operata dal Pianificatore, il quale ha compiuto una stima sganciata da previsioni statistiche obiettive e calibrata su comprensori turistici paragonabili a Giardini Naxos, Taormina o Lipari.
Più auspicabile sarebbe stato un minore dimensionamento della zona C3, più compatibile con la crescita demografica e socio-economica della comunità acquedolcese e, certamente, meno invasivo dell’ambiente.
Ed invero, già in passato, l’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente, in occasione della revisione dello strumento urbanistico attualmente vigente aveva decretato la NON APPROVAZIONE delle zone C3 poste a monte del centro urbano, prescrivendo che “le aree interessate da detta zona, debbano essere considerate zona E verde agricolo” (cfr. Decreto Assessoriale n. 1 del 3 gennaio 1991, art. 1), riportando le zone C3 alla stessa entità di quelle appropriate con Decreto Assessoriale n. 84 del 12 agosto 1974.
 2) Collocazione della zona C3
Osserva il Pianificatore con riferimento alle previsioni contemplate dal P.R.G. del 1986 che “il disegno urbano delle nuove espansioni è stato proposto non tanto come un fattore che potesse contribuire a migliorare l’assetto urbanistico, ma, piuttosto, come un elemento che ha finito per indurre lo slabbramento dell’abitato quale promessa di un’ulteriore espansione verso la campagna.” cfr. pag. 17). Viceversa, il nuovo strumento urbanistico “dovrà tendere, in generale, acompattare l’abitato, operando una ricucitura, determinando una nuova sistemazione della viabilità, soprattutto di quella delle nuove zone di espansione e costituendo delle micro-centralità, anche attraverso una migliore sistemazione delle attrezzature e degli standardin modo da essere organizzate per la loro funzionalità e non per un mero rispetto di un dettato normativo.” cfr. relazione pag. 17 – 18.
Invero, pare per certi profili encomiabile l’avere cercato di predisporre la zona C3 a ridosso del centro abitato. Tuttavia, il Pianificatore avrebbe dovuto conferire maggiore continuità alla zona in parola evitando di configurarla a “macchia di leopardo”.
Non si comprende, ad esempio, la ratio sottesa all’inserimento di ampie fasce di zona E che segmentano la zona C3, precludendo la compattazione dell’abitato che pure era stata giustamente auspicata nella relazione.
Peraltro, non pare che vi siano ostacoli di tipo geologico o orografico che precludono la compattezza della zona C3.
È poi, da rilevare come stranamente la collocazione della zona C3 non corrisponde alle previsioni dello schema di massima, il quale aveva riconfermato le zone C3 stabilite dal già citato Decreto Assessoriale n. 1 del 3 gennaio del 1991. Pare singolare il fatto che la porzione della zona C3, posta a Sud del tracciato autostradale sia poi stata spalmata, invece, a Nord della rete autostradale con una estensione ben maggiore di quella originariamente conferitale.
 3) Strutturazione della zona C3
Il profilo in esame assume particolare interesse, in relazione anche al futuro sviluppo socio-economico della comunità ed alla qualità della vita nei nuovi insediamenti.
È singolare notare come il P.R.G. si limita semplicemente a delineare l’area ricompresa nella zona C3 senza prevedere alcun intervento infrastrutturale idoneo ad assicurare quella micro-centralità che pure viene citata dal Pianificatore quale criterio di indirizzo del nuovo strumento urbanistico (cfr. pag. 17).
Eppure a pag. 6 della relazione si può leggere come si intenda procedere alla definizione “nel dettaglio di scelte relative alla viabilità ed ai parcheggi, nonché alla qualificazione edilizia ed alla dotazione ed organizzazione dei servizi, delle attività di carattere collettivo, degli spazi verdi ed, infine del sistema delle reti urbane”.
Nella planimetria allegata possono scorgersi solamente due strade (una delle quali si conclude in prossimità dell’autostrada senza avere alcuno sbocco), il cui andamento, peraltro, pare assai poco funzionale, dal momento che non coprono la zona C3 nella sua estensione malgrado l’analisi dell’assetto morfologico del territorio avesse evidenziato la “mancanza di collegamento tra il centro e la parte in espansione”. Inoltre, è anomalo che la perimetrazione delle zone Cad est non segua l’andamento delle sedi stradali già esistenti (SS 289).
A ciò bisogna pure aggiungere l’assoluta mancanza di qualsiasi previsione volta a individuare opere pubbliche, ovvero ad ubicare eventuali zone F a servizio delle aree di espansione (sul punto infelice si rivela la collocazione di un plesso scolastico nella parte ovest del Comune a poche decine di metri a filo d’aria da altra scuola oggi funzionante!).
È evidente che la omissione di tali previsioni implica, quale naturale corollario, la saturazione del centro cittadino su cui verrà a orbitare l’intera popolazione residente nelle zone C3.
Ad aggravare la situazione vi è pure il fatto che l’attuale centro cittadino (zona B) presenta carenze di attrezzature e servizi pubblici, così come segnalato nella relazione (cfr. pag. 15).
Il criterio della micro-centralità, quale sistema urbanistico complesso di  servizi ed attrezzature destinate all’area di espansione, non può in alcun modo dirsi osservato. Si sarebbe, ad esempio, potuto prevedere la localizzazione di scuole, di luoghi di culto, di aree destinate a parchi urbani, di presidi per le Forze dell’ordine, di strutture per la delocalizzazione degli uffici comunali più importanti, di biblioteche, di uffici per le poste.
È poi da evidenziare come la tipologia edilizia che dovrebbe sorgere nella nuova area di espansione non sarà esclusivamente di natura residenziale-stagionale. Al di là delle intenzioni del Pianificatore, è, infatti, da registrare che le lottizzazioni ad oggi autorizzate nelle aree coincidenti con quelle classificate zona C3 dal vecchio piano regolatore e riconfermate tali dal nuovo strumento urbanistico, sono espressione di insediamenti di carattere residenziale-stanziale.
Ne consegue, pertanto, che il piano regolatore avrebbe dovuto curare simili profili prestando maggiore considerazione ai servizi che si intendono offrire ai residenti dei nuovi insediamenti, che, presumibilmente, non saranno turisti di passaggio, ma abitanti stabili.
In ogni caso, non può certamente pensarsi che il Pianificatore abbia inteso riservare ai piani di lottizzazione l’incombenza di sopperire, negli angusti limiti ad essi demandati dal Legislatore, alle carenze strutturali del P.R.G., non essendo pensabile che dei privati cittadini si facciano carico della realizzazione di opere pubbliche.
In considerazione di quanto sopra il Movimento Rinnovamento e Partecipazione, vuole con la presente osservazione, invitare l’Autorità procedente ad operare le opportune modifiche nella definizione delle zone C, con particolare riguardo ad un minore dimensionamento della zona C3, ad una maggiore continuità nella sua collocazione e ad un più accurato sistema di servizi pubblici.
Cordialmente.
Acquedolci, lì 05.06.2006