lunedì 7 giugno 2004

Tutela ambientale

Fiumare e “Operazione fiumi”
     Dopo scempi e inciviltà per troppo tempo ignorati, dopo “passeggiate ecologiche” mal tollerate, sequestri tardivi e non risolutori, convenzioni piene di speranze ma con poche certezze, ecco che gli scout di Acquedolci hanno dato l’occasione a molti di constatare in che stato siano i nostri torrenti e, ai più volenterosi, di fare qualcosa, anche se simbolicamente, per la pulizia e la difesa del Furiano. Il Movimento Rinnovamento e Partecipazione ha accolto l’invito dell’AGESCI e in maniera massiccia ha partecipato alla giornata di sensibilizzazione del mese scorso. Con piacere abbiamo riscontrato la presenza di numerosi volontari e abbiamo apprezzato la collaborazione dell’Amministrazione (in particolare del vice sindaco): una giornata particolare che ci piacerebbe non rimanesse solo un bel ricordo e possa invece essere motivo di riflessione, analisi e sprone. Riteniamo sia inutile limitarsi a denunziare e alzare la voce, scandalizzarsi o arrabbiarsi, senza poi cercare di capire quale sia l’attuale situazione, perché vi si è arrivati e cosa oggi si dovrebbe o potrebbe fare.Solo qualche lustro fa l’immondizia di tutti i generi veniva ammassata e bruciata al torrente in modo legale e organizzato;  purtroppo molti non hanno capito come e perché le cose sono cambiate: “se fino a ieri ci dicevano di portarli qui, perché si arrabbiano se lo facciamo ora?!” I cambiamenti non hanno prodotto gli effetti programmati, perché è mancata l’informazione, il coinvolgimento, laresponsabilizzazione, la coscienzaNon è pensabile che oggi un intervento di qualsiasi genere e portata possa da solo risultare risolutore, un imponente intervento di bonifica (oggi indispensabile) ad esempio risolverebbe il problema solo per un periodo breve.“Non posso scaricare al Furiano? Scarico sulla spiaggia o nel primo vallone…” Allora cosa si può fare? Non crediamo di avere la soluzione definitiva, ma siamo certi di quello che vediamo (che non ci piace) e di quello che pensiamo: tante persone che lavorano e producono anche rifiuti, hanno bisogno di sapere cosa farne: non possono certo alzare il tappeto di casa loro! Occorre localizzare discariche autorizzate, comunali e no; tante cose si stanno progettando e ci auguriamo che possano contribuire alla risoluzione del problema: le autorità preposte non possono tergiversare.Si potrebbero coinvolgere i lavoratori interessati per cercare insieme una soluzione buona per tutti. Occorre informare, dare indicazioni precise, facili ed immediate per far sì che qualsiasi soluzione, definitiva o provvisoria che sia, sia condivisa ed efficace. Occorre sensibilizzare al problema con una vera, efficace ed organizzata raccolta differenziata, magari rilanciata attraverso il lancio di giochi a premi nelle scuole e nelle associazioni, così che educando i più piccoli si possa arrivare a tutte le famiglie, oppure differenziando i tributi in funzione del tipo di raccolta, promuovere la spesa intelligente per la riduzione della produzione di rifiuti: forse alcune strade non sono più percorribili. Contestualmente ai sequestri deve seguire al più presto labonifica dei torrenti, alla scoperta e denuncia dei trasgressori devono seguirepunizioni certe ed esemplari, al controllo e al monitoraggio costante e meticoloso deve seguire un’attenta progettazione e riqualificazione del territorio.Per i lavoratori, le imprese, le attività economiche in genere potrebbe essere utile unosportello che possa (tra l’altro) informare, formare ed aiutare nello smaltimento degli imballaggi e dei rifiuti industriali, i più ingombranti ed inquinanti. Tutti dobbiamo fare qualche sforzo in più e al più presto: cittadini ed autorità a tutti i livelli.
Noi siamo fiduciosi nel lavoro di chi, per competenza o interesse, è finora intervenuto sull’argomento e rimaniamo in attesa di novità; siamo disponibili a incontrare, proporre, discutere, per il futuro di Acquedolci, per il nostro territorio e i nostri fiumi; siamo però realisti e preoccupati, speriamo quindi che non si tratti di “fiumi di parole”.