venerdì 8 gennaio 2010

Approfondimento politico

Passati alcuni giorni dall’ultima seduta del Consiglio Comunale, vogliamo tornare a discutere di alcuni risvolti e commentare a freddo ciò che è accaduto.
I Consiglieri di Acquedolci, diciamo i “sopravvissuti”, i “paladini della democrazia” imbottiti di 24 cariche di dinamite confezionate presso un noto artificiere locale (anche se la “polvere” era del cosentino e il mandante lombardo) si sono fatti esplodere contemporaneamente, alla “unanimità” per salvare Acquedolci!
Anche se i danni non si possono valutare ancora, i nostri martiri, sopravvissuti all’evento (al momento si è sentito solo il botto) hanno già raccolto i pezzi e cercheranno di ricostruire una “macchina da guerra” ancora più efficace.
Tutti ormai sanno che i dieci Consiglieri (difensori della “legalità”), dopo essersi battuti per mesi e aver difeso con tutte le “armi” la sopravvivenza di un organo democratico e di controllo importantissimo quale il Consiglio Comunale, dopo un corposo, ma sterile, numero di sedute hanno deciso di stilare una mozione di sfiducia contro il Sindaco, palesando quello che era il loro reale intendimento: mandare a casa il Sindaco e il suo gruppo.
Così tanti e di tale importanza erano i motivi che hanno dovuto presentare un atto copiato da un altro comune!
Si, l’atto politico più importante, nel momento clou dell’agone politico non è stato scritto da nessuno dei dieci Consiglieri, ma commissionato ad un professionista esterno che, per superficialità o malafede, certo non per incapacità, ha copiato un “papello” di argomentazioni utilizzato con buon esito in un’altra occasione ma, purtroppo per i protagonisti, in un altro contesto.
I Consiglieri e i Consigliori hanno poi “adattato” l’atto (copiato persino nell’impaginazione e nella punteggiatura, altro che nelle premesse!) ad Acquedolci aggiungendo le solite argomentazioni che ormai da tempo sbandierano convinti di possedere la verità (che prima o poi verrà fuori). Che l’argomento sia “risibile”, come affermano i tre sottoscrittori di un documento di risposta alla nostra denuncia politica, non c’è dubbio: vi assicuriamo che quattro risate ce le siamo fatte anche noi! Non vogliamo sottrarci, come pensano gli stessi, dal commentare queste argomentazioni e lo faremo presto sviscerando ogni punto presentato.
Noi non abbiamo mai chiuso al dialogo, mentre loro fanno solo attacchi, monologhi e provocazioni, altro che dibattito e confronto.Anche il Sindaco avrebbe ribattuto punto su punto alle loro accuse se il Consiglio Comunale non avesse invertito l’ordine del giorno, impedendogli di presentare la sua relazione annuale, la cui discussione era prevista come primo punto: questa è la loro democrazia! Anche il Sindaco avrà tempo e occasioni per dibattere sull’argomento, altro che “coraggio di replicare, limitandosi a depositare documenti”. Ribadiamo e sottolineiamo che i Consiglieri hanno votato la sfiducia per motivi personali (come evidenziato a caldo), per scelta loro ma per decisione di altri.
I motivi personali saranno stati tanti, non lo mettiamo in dubbio, e, chi in buona fede, chi con rabbia e con spirito di vendetta hanno voluto dimostrare il proprio dissenso. Non vogliamo parlare di queste motivazioni né giudicare (qualcuno si è persino scaldato per il solo fatto che ne abbiamo accennato), sarebbe però stato più onesto per loro portare quelle motivazioni in Consiglio e non far credere alla cittadinanza che il Sindaco e l’Amministrazione hanno tradito sia loro che la fiducia accordata dal libero voto! I veri traditori sono stati loro!
I sei Consiglieri di minoranza avrebbero votato la sfiducia al Sindaco già il giorno dopo le elezioni e con motivazioni scritte anche a Valguarnera Caropepe, ma i quattro transfughi del gruppo di maggioranza, che hanno sempre trovato in noi ascolto e disponibilità e mai hanno avuto da recriminare nei nostri confronti, dovevano avere motivazioni ben più profonde (anche queste si conosceranno presto); si può non condividere il punto di vista, si possono dividere le strade politiche, ma il rispetto per le persone da parte nostra rimane intatto, anche l’amicizia (quando c’è) non deve essere sacrificata alla politica. La nostra condanna, ferma e dura, è politica!
Il loro comportamento politico non è condivisibile, le loro motivazioni non sono sufficienti e comunque avulse dalla questione, non si può privare una comunità di un Sindaco eletto democraticamente per motivi personali. Nella propria esperienza politica si può cambiare idea o entrare in contrasto con qualche “alleato”, ma in questi casi se non si trova altra soluzione (cosa che non è stata cercata) si lascia il gruppo o si passa all’opposizione (quello che inizialmente hanno fatto, per motivi molto diversi tra loro). La sfiducia è un’altra cosa!
Le motivazioni per la sfiducia sono altra cosa!
Il tradimento non è né al Sindaco né a noi, ma alla cittadinanza e al voto da loro espresso.
Circa la tempistica ecco una strana coincidenza! Per cinque mesi dal re-insediamento i Consiglieri hanno solo minacciato la sfiducia; in cinque mesi non hanno che parlato del loro diritto di esistere e di quanto il Sindaco non andasse loro a genio, ma (salvo sporadiche se non fortuite eccezioni) non hanno fatto quello che il Consiglio doveva, anche secondo loro, fare: niente proposte, niente scelte, nessuna attenzione per Acquedolci e per i cittadini, solo un palcoscenico per inveire e fare politica, con la “p” molto minuscola!
“Improvvisamente” a dicembre ecco che “la misura è colma”: la sfiducia è la soluzione di tutto! Solo quando il presidente della Regione scioglieva il suo governo e rompeva definitivamente con il gruppo al quale il nostro Sindaco fa riferimento, ecco che il loro referente politico dà l’ordine talmente immediato da non lasciare loro neppure il tempo sufficiente per scrivere una mozione credibile.
Così finalmente il “mandante” è riuscito nel proprio intento, il colpo di stato tramato e tentato già da aprile scorso ha trovato il suo compimento. Alla luce della sfiducia è forse più facile capire, anche per il cittadino comune, cosa sia successo ad aprile: le dimissioni dei consiglieri non appaiono più inspiegabili e il clima politico che le ha determinate, e che da lì a poco anche i cittadini avrebbero “respirato”, ora è più che percepibile.