venerdì 24 giugno 2005

Lavori di restauro: tardivi e improduttivi

È crollata la torre cilindrica del castello delle Cupane – Intorno un groviglio di sterpaglie, immondizia e civili abitazioniCrollo annunciato quello della torre cilindrica del lato est del castello Cupane. A dare la triste notizia il Movimento Rinnovamento e Partecipazione che scrive: “ancora una volta come già accadde un lontano 30 novembre 2002, dobbiamo essere noi a dare la notizia… il nostro prezioso bene merita solo di essere un pretesto ora politico ora elettorale?”. Deve darsi atto che sono stati avviati lavori di messa in sicurezza dell’antica struttura, ma evidentemente l’intervento è stato tardivo e improduttivo degli effetti desiderati. Il sindaco di Acquedolci Salvatore Oriti prima del crollo aveva considerato un fiore all’occhiello della sua amministrazione gli interventi di somma urgenza che avevano riguardato il castello Cupane, ed aveva affermato che “al di là del significato del primo intervento è un momento storico importante in quanto c’è un’inversione di tendenza perché siamo riusciti ad attivare canali per una progettazione ed un finanziamento più completo”. Sui lavori di messa in sicurezza il movimento politico citato aggiunge che: “i lavori eseguiti limitati ad interventi di pulizia e alla sistemazione delle impalcature, hanno forse contribuito a modificare il precario equilibrio della torre e stavolta non è stata necessaria alcuna intemperia”. Come si evince dalle foto il castello (i ruderi!!!) è imbracato, ma tutto intorno è un groviglio di sterpaglie, macchia mediterranea e purtroppo immondizia… ci sono inoltre civili abitazioni all’interno del cortile. Non ci rimane che raccontarne la sua storia come il castello che fu: il castello di Acquedolci, denominato castello Cupane, trae il nome dai suoi ultimi proprietari, prima dell’acquisto operato dall’Amministrazione di Acquedolci nel Marzo 2002.
Una torre fu costruita dai signori Larcan De Soto -famiglia giunta dalla Spagna nell’isola al seguito del Re Martino verso la fine del 1300 – ed entrò a far parte del complesso di torri di avvistamento per la difesa, fatte edificare da Carlo V nel XVI secolo. Il castello fu poi costruito tra il 1600 e il 1700 dai principi di Palagonia.
L’arch. Pierpaolo Faranda definisce la merlatura del prospetto barocco del castello – che prima dei crolli poteva essere apprezzata- “una merlatura arabescata, unica per le sue caratteristiche in tutta la provincia di Messina”.
Esso è una testimonianza storica di grande importanza culturale e poteva diventare la principale attrattiva turistica, eppure da decenni è stato lasciato nel più totale abbandono. Le sue ricchezze artistiche sono state saccheggiate, la torre di avvistamento è stata fatta brillare dal genio militare nei primi anni sessanta; “sono state approvate, dagli uffici tecnici del Comune, licenze edilizie per costruire case di abitazione private nel cortile; le mura sono state lasciate in balia del tempo e delle intemperie.Noi dell’Associazione culturale Mediterraneo, invece, sosteniamo che sia necessario salvare il salvabile”. Difendere la nostra memoria storica è un dovere civico.
Lucrezia Zingale(Quotidiano di Sicilia)